In processione con Rolando per la libertà religiosa

2019-05-13_16h13_01La “Comunità Internazionale” non può assistere “muta e inerte” di fronte “all’inaccettabile crimine” perpetrato nei confronti di uomini e donne perseguitati, torturati, uccisi per la sola colpa di annunciare pubblicamente l’amore di Cristo, morto e risorto. “Loro sono i nostri martiri di oggi, e sono tanti, possiamo dire che sono più numerosi che nei primi secoli”. “Auspico veramente che la Comunità Internazionale non volga lo sguardo dall’altra parte”.

Le forti parole di Papa Francesco (si veda il Regina Coeli del 6 aprile 2015) torneranno a risuonare domenica 2 giugno 2019, in occasione della Processione per la libertà religiosa e in aiuto alla Chiesa che soffre (a fianco il volantino di invito che può essere scaricato e diffuso nel modo più ampio).
L’appuntamento è alle ore 17,45 sul piazzale antistante la Ceramica San Valentino, in via Manganella 4, Castellarano (RE). Da qui alle ore 18,00 partirà la Processione, verso la Pieve di San Valentino, Santuario del Beato Rolando Rivi Martire, Via Rontano 7, Castellarano (RE), dove, alle ore 18,30, S.E. Mons. Giancarlo Vecerrica, Vescovo emerito della Diocesi di Fabriano-Matelica, celebrerà la Santa Messa.

Tutte le offerte raccolte andranno a sostegno dei progetti AVSI e Oui pour la vie in aiuto delle famiglie e per l’educazione dei bambini nei campi profughi in Libano, dove vivono circa due milioni di rifugiati, in un Paese che ha solo sei milioni di abitanti. Tra i profughi vi sono molti cristiani, provenienti dalla Siria e dall’Iraq, fuggiti dalla guerra e dalle persecuzioni.

Processione del 2 Giugno

La Processione di domenica 2 giugno si svolgerà in ricordo del Beato Rolando cui fu negata quella libertà religiosa che, ancora oggi, viene negata in molte parti del mondo. Il giovane seminarista fu odiato per la gioia e l’intensità con cui portava la sua testimonianza, attirando altri giovani all’esperienza cristiana. Sequestrato sul finire della seconda guerra mondiale da un gruppo di partigiani comunisti, Rolando fu tenuto prigioniero, insultato, picchiato, torturato, ma non rinnegò mai la sua fede. Infine, venerdì 13 aprile 1945, il giovane seminarista, innocente, fu ucciso, mentre in ginocchio pregava, in un bosco nei pressi di Piane di Monchio (MO).

Come Cristo ci ha dimostrato la grandezza infinita del suo amore per il Padre, dando la vita per noi, così Rolando ha dimostrato la grandezza del suo amore per Gesù, dando la vita per Lui.
Il papà Roberto e il giovane parroco Don Alberto Camellini, che lo stavano cercando dal momento del sequestro, raggiunsero il bosco del martirio solo sabato 14 aprile, quando ormai il terribile assassinio era stato compiuto. Con il cuore trafitto dal dolore e con le lacrime agli occhi, disseppellirono il corpo di Rolando e, aiutati da alcuni contadini, lo portarono nella chiesa di Santa Maria Assunta, a Monchio. Qui fu celebrato il funerale cristiano e al ragazzo fu data una prima provvisoria sepoltura nel vicino cimitero.

Qualche settimana dopo, a guerra ormai finita, il 29 maggio 1945, il papà Roberto, riportò al suo paese, San Valentino, il corpo del figlio, su un biroccio trainato da un cavallo. Il popolo gli andò incontro in località Montadella. Da lì, gli amici portarono a spalla la bara sino alla Pieve di San Valentino e spontaneamente riconobbero Rolando come martire della fede. Quel giorno le campane della chiesa, silenziate dai nazisti durante la guerra, tornarono a suonare a distesa, e le bandiere dell’Azione Cattolica, proibite durante il fascismo, tornarono a sventolare. Le lacrime si unirono alla gioia: fu una festa della libertà religiosa che il 2 giugno si rinnoverà su iniziativa del Comitato Amici di Rolando Rivi

Progetto AVSI

Due progetti verranno sostenuti grazie alle offerte raccolte quel giorno. Il primo, quello di AVSI, dal titolo “I nostri bambini di valore”, che prevede iniziative nei settori dell’educazione, dell’istruzione professionale, dell’assistenza sanitaria, della nutrizione e nella distribuzione di generi di emergenza in favore dei giovani. A partire da questa esperienza, e grazie ai contributi dei benefattori, AVSI ha ora iniziato anche la costruzione di Casa Fada2i (che in arabo significa “il mio universo”). Casa Fada2i vuole essere un luogo dove la gente dell’area possa sentirsi accolta nei diversi bisogni: dai bambini che necessitano di corsi di recupero, ai giovani per svolgere attività educative e ricreative, alle mamme che vogliono incontrarsi, condividere i loro problemi famigliari, imparare un mestiere, agli anziani che cercano uno spazio per trascorrere insieme parte della loro giornata.

Progetto Oui pour la vie

Il secondo progetto è quello dell’Associazione Oui pour la vie, per portare aiuto alle famiglie nei campi profughi. L’associazione è stata fondata da Padre Damiano Puccini, e ha sede a Damour in Libano.

Dal Medio Oriente Padre Damiano richiama l’Europa a sostenere il cristianesimo e incoraggia l’Occidente a non vergognarsi di farsi vedere cristiano: “Ci sono tante organizzazioni che portano aiuti materiali ai poveri, ma queste persone devono poter vedere sul volto di qualcuno il perdono, l’amore, la pazienza nella povertà, la condivisione nelle difficoltà. È sempre possibile rilanciare il bene e guarire il cuore”.

In questo modo “Oui pour la vie” ha messo in moto un meccanismo virtuoso in cui le medesime persone soccorse offrono il proprio aiuto, per quanto modesto possa essere, ad altra gente in difficoltà. Così si genera una rete di solidarietà, interna ai campi profughi, che supera le diverse appartenenze religiose e genera una novità di vita.