I Martiri ci consentono di continuare a Sperare

Foto processione 27 maggio 2018Nella festa del Beato Rolando la Processione per la libertà religiosa con il Vescovo Monari
Grazie alle offerte raccolte sosterremo il progetto AVSI per i cristiani di Qaraqosh con un contributo di 1.500 euro

“Ricordiamo con stupore, con riconoscenza e con gioia la testimonianza dei martiri, perché ci consente di sperare nella vittoria del bene sul male”.
Con queste toccanti parole il Vescovo emerito di Brescia, S.E. Mons. Luciano Monari, ha parlato del Beato Rolando Rivi Martire in occasione della Processione per la libertà religiosa.
“I martiri – ha spiegato Monari – ricevono violenza dal mondo, ma non rispondono con la vendetta. Affermato, invece, che l’amore e il perdono hanno, davanti a Dio, un privilegio di valore più grande e possono aiutare il mondo a diventare più vero”.
Che ci siano uomini così non sarebbe possibile, se Cristo non fosse venuto a farci compagnia, rendendoci partecipi del suo amore, per opera dello Spirito Santo. E i doni dello Spirito, come dice San Paolo nella lettera ai Galati, sono amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé. Sono l’inizio di un mondo nuovo in questo mondo.
Il Vescovo emerito di Brescia ha parlato nella Pieve di San Valentino, domenica 27 maggio, durante l’omelia della Santa Messa, nella festa del Beato Rolando con la Processione per la libertà religiosa. In questa occasione è avvenuta anche l’esposizione straordinaria delle reliquie del seminarista martire alla venerazione dei molti presenti. L’evento si è svolto su iniziativa del Comitato Amici di Rolando Rivi e ha visto la partecipazione del Coro polifonico San Facio di Cremona.
Nel suo intervento Monari è partito da una domanda oggi più che mai viva: “Come è possibile cambiare il mondo?”. Secondo la mentalità comune servono forza militare, politica o economica. Ma la risposta di Cristo è diversa. Per cambiare il mondo bastano la fiducia piena in Dio e l’amore agli uomini come riverbero dell’amore di Gesù.
Solo così può nascere un uomo nuovo, lievito indispensabile per una società più umana. “I martiri, con la loro testimonianza, incarnano un modo di agire e di pensare corrispondente a Cristo e, quindi, in grado di cambiare il mondo. Essi, infatti, non rispondono al male con il male, ingigantendone la forza, ma vincono il male con il bene, introducendo una reale novità nella storia”.
La Processione per la libertà religiosa, che ha preceduto la Santa Messa, era iniziata, dopo il canto introduttivo, con la lettura di queste parole di Papa Francesco: “Deve continuare da parte di tutti il cammino spirituale di preghiera intensa, di partecipazione concreta e di aiuto tangibile in difesa e protezione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati per il solo fatto di essere cristiani. Loro sono i nostri martiri di oggi, e sono tanti, possiamo dire che sono più numerosi che nei primi secoli. Auspico che la Comunità Internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani più elementari. Auspico veramente che la Comunità Internazionale non volga lo sguardo dall’altra parte”.(Regina Coeli, 6 aprile 2015).

Per rispondere a questo invito di Papa Francesco e portare un “aiuto tangibile” ai nostri fratelli e sorelle perseguitati, tutte le offerte raccolte durante l’evento verranno devolute a sostegno del progetto AVSI per la ricostruzione e il funzionamento della scuola cattolica delle suore domenicane di Qaraqosh, nella piana di Ninive in Iraq, distrutta dai miliziani dello Stato Islamico.
Al termine della Santa Messa, Lorenzo Franchi, responsabile del progetto AVSI a Qaraqosh, ha illustrato ai presenti l’iniziativa. L’Associazione, che opera con i propri volontari nelle situazioni di emergenza e di povertà in molti Paesi del mondo, era già presente nel grande campo profughi di Erbil, nel Kurdistan iracheno, dove decine di migliaia di cristiani si erano rifugiati per sfuggire alle inaudite violenze dell’Isis.
Dopo la liberazione si è aperta la possibilità per questi profughi di tornare nelle proprie città e nei propri paesi, ma la situazione era drammatica. “I miliziani dell’Isis in fuga avevano infatti bruciato tutto ciò che non era già stato distrutto dalla loro violenza e dalle bombe della guerra”.
“In una situazione in cui c’era bisogno di tutto – ha raccontato Lorenzo Franchi – abbiamo deciso di partire dai bambini, offrendo loro un luogo di accoglienza e di educazione, riaprendo la scuola di Qaraqosh. Questo fatto ha avuto effetti sorprendenti come fattore in grado di ridestare la speranza in molte famiglie di Qaraqosh che, con più entusiasmo e tranquillità, si sono messe al lavoro per riaprire le case e riprendere le attività perdute, sapendo i figli accolti, alimentati ed educati in un luogo sicuro. Ben presto la scuola delle suore domenicane, che prima della guerra contava circa 150 presenze, ha avuto 450 iscritti rendendo necessari ulteriori ampliamenti”

Grazie alle offerte raccolte durante la celebrazione del 27 maggio, il Comitato Amici di Rolando Rivi sosterrà, con un contributo di millecinquecento euro, il progetto Avsi per la ricostruzione e il funzionamento della scuola cattolica di Qaraqosh nella Piana di Ninive in Iraq. Chi volesse ulteriormente contribuire all’iniziativa può farlo con bonifico bancario sul conto corrente intestato a Fondazione AVSI, IBAN IT 22 T 02008 01603 000102945081 , indicando nella causale “Sostegno al progetto per Qaraqosh.
A Myriam, la bambina irachena che, profuga nel campo di Erbil, aveva commosso il mondo con la sua testimonianza di fiducia piena nell’amore di Dio e con il suo perdono verso i miliziani dell’Isis, il Signore dona ora una scuola più grande e più bella di prima.