“ED IO CHE SONO?”

Nel cuore di ogni uomo l’attesa del Signore.

Presso la Pieve di San Valentino le Catechesi di Avvento di Padre Antonio Maffucci

“E quando miro in cielo arder le stelle; Dico fra me pensando: A che tante facelle? Che fa l’aria infinita, e quel profondo Infinito Seren? Che vuol dir questa Solitudine immensa? Ed io che sono?

Le parole del grande poeta Giacomo Leopardi, nel “Canto notturno di un pastore errante per l’Asia”, sono state al centro della prima Catechesi di Avvento di Padre Antonio Maffucci. Una serie di incontri in preparazione del Natale che si concluderanno martedì 19 dicembre alle ore 21,15, nella Casa Canonica della Pieve di San valentino (Via Rontano 7, Castellarano RE), con l’appuntamento dal titolo “Guardare a Lui cambia la vita”.

“Ed io che sono?”, è la domanda che nasce nel cuore dell’uomo colpito dalla realtà, stupito di fronte alla bellezza del creato che gli fa capire di non essersi fatto da solo. È la domanda di ogni uomo, in ogni tempo e in ogni latitudine, come ha spiegato Padre Antonio citando, dopo il grande poeta di Recanati, le parole raccolte dalla testimonianza di Julia, una ragazza diciottenne del Kazakistan: “La vita di ogni uomo è fatta di cammini, di collaudi, di misteri. Noi proviamo ad aprire questi misteri; tentiamo di scegliere l’esatto cammino; cerchiamo il senso di ogni cosa”.

DSC_4054La nostra esistenza, come dice il Salmo 41 cantato all’inizio della Catechesi, è sete di “una ragione ultima per cui valga la pena lavorare, studiare, sposarsi, avere figli, impegnare le nostre energie, faticare, soffrire”. “Per il fatto stesso che un uomo vive non può non cercare uno scopo, un senso ultimo per tutto quello che fa ed è – ha affermato Padre Antonio – Il nostro cuore è fatto di questa esigenza inevitabile, inestirpabile. La ragione, se non raggiunge una risposta esauriente, che copra l’intero orizzonte della realtà, continua a cercare e non può accontentarsi di una risposta parziale. La natura, infatti, pone l’io come esigenza di significato totale”.

“Ed io che sono?”. Ma a questa domanda l’uomo da solo non sa dare risposta. C’è infatti una “sproporzione” tra il desiderio di felicità che ci costituisce e ogni tentativo di realizzare, con le nostre mani, ciò per cui pure siamo fatti. “C’è un oltre a noi irraggiungibile – ha aggiunto Padre Antonio – La tristezza e la nostalgia che caratterizzano la nostra vita sono il segno di tale sproporzione”. Questo è il grido dell’uomo, come dice un altro grande poeta, Clemente Rebora, nella lirica “Sacchi a terra per gli occhi”: “Qualunque cosa tu dica e faccia c’è un grido dentro: non è per questo, non è per questo”. La risposta vera è oltre le nostre capacità.

Le Catechesi di Avvento di Padre Antonio Maffucci sono iniziate con questa appassionata e tenera attenzione alla nostra umanità. Un fatto importante, perché se non capiamo la sete di cui siamo fatti, se non comprendiamo il desiderio infinito del nostro cuore, e insieme la sproporzione che ci caratterizza, il rapporto con Dio, che è l’unica risposta vera a questa sete, rischia di rimanere solo devozionale, e anche il Natale una ricorrenza sentimentale e non l’evento, imprevedibile e atteso, che svela lo scopo del mondo e il significato ultimo per cui vale la pena vivere in ogni circostanza.

Padre Antonio ha accompagnato la meditazione con il racconto della propria esperienza personale di conversione e di vocazione al sacerdozio, a partire da quel pomeriggio quando, ancora giovane studente milanese, si sentì dire da un ragazzo alla fermata del tram: ”Perché non vieni con me?”. “Accettai l’invito e mi ritrovai in chiesa, a pregare con altri studenti che recitavano l’ora media. Mi accolsero come se fossimo sempre stati amici. Mi sentii a casa”.

Un incontro imprevisto, che corrispondeva al cuore e che gli ha cambiato la vita, come i pastori che tornarono, pieni di gioia, dopo l’inimmaginabile incontro con quel bambino che era Dio fatto carne.

Il prossimo appuntamento con le Catechesi di Padre Antonio, che è il nuovo Assistente spirituale della Pieve di San Valentino, dove il Beato Rolando Rivi è sepolto e venerato (“chiediamo a Rolando di vivere quello che lui aveva nel cuore e di poterlo continuare”), sarà, come detto, martedì 19 dicembre alle ore 21,15. Poi, alle ore 22,15, al termine dell’incontro, Padre Antonio sarà disponibile per le confessioni.