Il Processo agli uccisori di Rolando Rivi

G. Bianchi – Uccisero nel Modenese un seminarista di 14 anni – Il Mattino dell’Italia Centrale – 9 gennaio 1951

“Oggi in Corte d’Assise, avrà inizio un grave processo: Si tratta di un delitto consumato, nell’aprile 1945, nella zona di Modena Reggio Emilia, quella zona che irrorata da sangue innocente viene conosciuta col nome di “triangolo della morte”. Compariranno dinanzi ai giudici popolari: Giuseppe Corghi di anni 31 anni, da Formigine, e Narciso Rioli di anni 38, da Montefiorino, ambedue partigiani, che l’accusa indica come autori della uccisione di un giovanetto quattordicenne: Rolando Rivi, alunno del Seminario di Reggio Emilia, sequestrato la mattina del 10 aprile 1945, in un bosco presso Piana di Monchio, e, quindi, ucciso con 2 colpi di arma da fuoco.”

G. Bianchi – Ventitré anni di reclusione ai due uccisori del Seminarista – Il Mattino dell’Italia C. – 13-01-1951

“La sentenza di primo grado ha condannato i due imputati a ventitré anni di reclusione. Non furono dunque accolte le tesi degli avvocati difensori secondo cui l’uccisione di Rolando Rivi rientrava tra gli atti di guerra, come tali non punibili. Il Tribunale, al contrario, ritenne Giuseppe Corghi e Narciso Rioli responsabili del delitto di sequestro di persona e omicidio.”

A. Camellini – Deposizione in sede processuale di don Alberto Camellini – ACAF, Reg. Sent. N.84 – Reg. G. N.56/1951

“Il comandante dei partigiani mi disse che Rolando Rivi era stato ucciso perché era una spia dei tedeschi, nel corso dell’interrogatorio ha ammesso tale colpa e tutto è stato verbalizzato e sottoscritto dal seminarista. La mattina del giorno seguente, io e suo padre, tornammo alle Piane e lì mi dissero dov’era sepolto il seminarista ucciso. Trovammo il cadavere di Rolando dove avevano indicato i partigiani: era ricoperto di terriccio e foglie. Avevo chiesto in precedenza di leggere il verbale di cui mi avevano parlato, sottoscritto dal seminarista, ma risposero che non lo trovavano più. Mi accompagnò un partigiano il quale mi raccontò che Rolando, quando si accorse che stavano per ucciderlo, vedendo la fossa già preparata, si aggrappò ai suoi piedi pregandolo di non ucciderlo. Lasciami – diceva – almeno dire una preghiera per mio papà e mia mamma!. Con due colpi di rivoltella fu ucciso.”

Le fasi successive del processo e la sentenza definitiva ACAF, Sentenza, 49-50-52 (CP.II, 324-325-327)

“Contro la decisione emanata dal Tribunale di Lucca, i due condannati presentarono appello. Il relativo procedimento fu istruito dalla Corte di Assise di Appello di Firenze e la sentenza definitiva sull’uccisione di Rolando Rivi fu emanata dalla Corte il 22 ottobre 1952. “Visti gli articoli 213 e 523 C.P.P.; in parziale riforma dell’impugnata sentenza concede a Rioli Narciso le attenuantI generiche limitatamente al delitto di omicidio ascrittogli e riduce perciò la pena complessiva a lui inflitta ad anni 19 di reclusione. Conferma, per tutto il resto, le disposizioni contenute nella sentenza di primo grado.”

La Suprema Corte di Cassazione con sentenza 22/54 rigettò il ricorso degli uccisori di Rolando Rivi.