In cammino per trovare risposta alle domande del nostro cuore

DSC_8478Pellegrini con Rolando da S. Valentino a Marola

“Siamo qui per trovare risposta alle domande di verità e di felicità che portiamo nel cuore”. Con queste parole il Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, Massimo Camisasca, ha accolto i giovani pellegrini al termine de “Il Cammino di Rolando 2018”. Un percorso di 32 chilometri, lungo gli antichi sentieri matildici, attraversando alcuni dei luoghi più suggestivi dell’Appennino emiliano, per affidare la vita e il nuovo anno scolastico e universitario al Signore, accompagnati dall’intercessione del Beato Rolando e della Vergine Maria.

Le previsioni meteo erano pessime, con l’indicazione di piogge “consistenti” e ininterrotte per entrambi i giorni del Cammino, ma una mano materna ha allontanato la tempesta, squarciando le nubi grigie e aprendo spazi di luce. Così, sabato 1 settembre mattina, i pellegrini sono partiti dal Santuario del Beato Rolando Rivi a San Valentino (Castellarano RE), con il sole, e, con il sole, sono arrivati domenica 2 settembre alla Pieve di Santa Maria Assunta a Marola (Carpineti RE).

La fatica non è mancata, come durante la salita al monte Pilastro. Ma anche la fatica, come dicono Paolo e Gabriele, due fratelli e giovani pellegrini, “se c’è una motivazione profonda, una tensione alla meta, una compagnia che aiuta”, diventa leggera e si trasforma in “preghiera”. “E’ stato sorprendente camminare e pregare insieme” aggiunge Agnese.

Il Cammino di Rolando è stato promosso dalla Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, insieme al Comitato Amici di Rolando Rivi e agli escursionisti del Gers, e ha visto la presenza, durante tutto il percorso, di Don Umberto Tagliaferri, che ha guidato i momenti di preghiera e ha aiutato la crescita umana e cristiana dei giovani pellegrini con brevi e incisive riflessioni.

Nella Pieve di Santa Maria Assunta a Marola, meta del Cammino, è esposta alla venerazione dei fedeli la maglia di lana che il Beato Rolando indossava il giorno del martirio. All’arrivo i giovani pellegrini hanno deposto davanti alla maglia del martirio una croce in legno, portata durante tutto il percorso e su cui, alla partenza, avevano scritto i loro nomi.

Appartenendo al Signore, ha detto il Vescovo Massimo durante la Santa Messa che ha concluso il Cammino, la piccolezza di un bambino ucciso in un bosco ha acquistato una “eco cosmica”. “Milioni di galassie e di stelle sono ora in venerazione del mistero di Rolando, perché le stelle e il cielo narrano la gloria dio Dio e ci parlano della gloria dei suoi Santi”.

“Se ci affidiamo al Signore, Lui ci darà la gioia e la forza per affrontare ogni prova, e lo stesso Spirito che ha suggerito a Rolando le risposte per la sua vita, suggerirà a voi le risposte alle domande che portate nel cuore”. Infine un invito: “Non abbiate paura di testimoniare Gesù”.

Dopo la Santa Messa il pranzo insieme presso il Seminario di Marola e l’appuntamento per tutti a “Il Cammino di Rolando 2019”, nel mese di settembre del prossimo anno.