15\04 Omelia nella ricorrenza del martirio del Beato Rolando Rivi

588ce95c-771a-4948-a4ce-f0849abfe224Omelia nella ricorrenza del martirio del Beato Rolando Rivi
Pieve di san Valentino, 15 aprile 2018

+ Massimo Camisasca, Vescovo di Reggio Emilia – Guastalla

Cari fratelli e sorelle,
nella pagina del vangelo che abbiamo appena letto, gli apostoli sono riuniti nel Cenacolo. I due discepoli che si erano recati a Emmaus, tornati a Gerusalemme, riportano agli Undici l’incontro con il Risorto. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stette in mezzo a loro (Lc 24,36).

L’evangelista Luca non dice che Gesù entra nel Cenacolo, né tanto meno che egli appare. Gesù sta in mezzo a loro. Egli è risorto, ha assoggettato al suo potere il tempo e lo spazio. Non subisce più nessuna costrizione. La sua è una presenza totale, viva, senza confini. Soprattutto egli attrae a sé i cuori degli uomini. Ha attratto il cuore di Rolando, che ha espresso il suo amore per Gesù con l’unica frase che conosciamo di lui: “Io sono di Gesù”. Attrae oggi i cuori di coloro che chiedono e danno il loro perdono. Non c’è luogo, tempo o persona che non possa essere raggiunta da Cristo. Egli è il sole che sorge da un estremo dell’universo all’altro. Nulla si può sottrarre al suo calore (cfr. Sal 19). Tutto è ambito della sua azione, della sua parola, della sua luce.

Gesù dunque è al centro dei discepoli. Essi possono trovarsi lì riuniti perché lui è presente. Il Risorto si rivolge ai suoi con queste parole: Pace a voi (Lc 24,36). La flagellazione, la crocifissione e la morte del Maestro avevano colpito la loro speranza e la loro fede in profondità. Forse era tutto finito. Forse a loro sarebbe toccata la stessa sorte. Gesù vede il loro turbamento interiore e li interroga: Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? (Lc 24,38). Il Signore, principe della storia,è sempre attivo per sanare le ferite che Satana provoca nelle vite delle persone. Soprattutto le guerre, le ideologie, le teorie filosofiche e politiche che negano Dio e vorrebbero ucciderlo nei cuori, seminano solchi profondi di odio e di violenza. Gesù scende nelle profondità delle nostre sofferenze, delle nostre disperazioni e delle nostre inimicizie per sanarle dalla radice. Come agli apostoli, anche a noi oggi dice: Pace a voi!

Egli non offre innanzitutto una spiegazione che dissipi ombre e paure. La più grande vittoria sulla morte è la sua presenza, è il suo corpo risorto, completamente trasfigurato dalla potenza del Padre. Non c’è più vita che possa rimanere rinchiusa nella morte, non c’è più divisione che non possa essere guarita, non c’è più lontananza che non possa essere colmata.

La presenza di Cristo, assieme alla pace, dona la forza del perdono. Nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati (Lc 24,47-48). Il perdono, umanamente impossibile, diventa realtà sotto l’azione dello Spirito. L’eucarestia è veramente la medicina che guarisce le nostre radici di male e ci porta dentro la vita di Dio. Egli è infatti assoluta comunione, unità e carità.

Il perdono che oggi avviene è il segno che Dio è presente, che sta in mezzo a noi così come stava in mezzo ai suoi discepoli. Egli agisce per l’intercessione di Rolando. Assieme a lui, qui voglio ricordare gli undici preti della nostra Chiesa uccisi fra il ’44 e il ’46. Essi, con il loro sacrificio e il loro sangue versato, partecipano di questo stesso evento di riconciliazione. La potenza vittoriosa di Dio ha riunito ciò che il male ha temporaneamente separato. Attraverso un’azione paziente e tenace, il Signore ha saputo farsi spazio nei cuori delle persone e arrivare a questo miracolo.

Possa questo luogo, che da oggi porterà ufficialmente il nome del Beato Rolando Rivi, essere occasione di suppliche, confidenze e miracoli sempre più grandi.

Amen.